Vincenzo Lomiento
LA CREAZIONE
FRA DIO E IL NULLA (PDF)
Il libro XII della Confessioni di Agostino
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ISBN: 979-12-5995-048-2-1
Edizione: 2023
F.to: 17 × 24 cm.
Pagine: 290
Descrizione
INDICE
INTRODUZIONE
1. Storia degli studi
1.1. Il caelum caeli
1.2. La materia informe
1.3. Le diverse interpretazioni di caelum et terram
1.4. Agostino e Origene
2. Commento al libro XII
RASSEGNA DEGLI STUDI
IL CIELO DEL CIELO
1. Storia degli studi
2. Questioni
2.1. La città delle intelligenze celesti si identifica con il mondo angelico?
2.2. Il cielo del cielo è un’entità formata o una materia informe?
2.3. Qual è la storia di questa esegesi nelle opere precedenti e posteriori di Agostino? 2.4. Quali sono le fonti classiche e cristiane di questa esegesi agostiniana?
3. Nuove ricerche
3.1. Libro XII
3.1.1. La simmetria speculare
3.1.2. Una creatura relazionale
3.1.3. Oltre l’ilemorfismo
3.2. Libro XIII
3.2.1. … ut inde penderent… (conf. 13, 2, 2)
3.2.2. Le immagini di Gn 1, 1-3 nel libro XIII
3.2.3. Il deflusso dell’angelo e dell’anima dell’uomo e l’adesione dell’intelligenza
obbediente a Dio
LA MATERIA INFORME
1. Storia degli studi
1.1. Aimé Solignac (1962)
1.2. Olga Maria Ibarreta de Ghío (1975)
1.3. Claudio Pierantoni (2002)
1.4. Gerd Van Riel (2007)
1.5. Yves Meessen (2011)
1.6. Enrico Moro (2017)
2. Questioni
2.1. Origine della materia e dottrina delle due fasi della creazione
2.2. Rapporto tra materia e forma
2.3. Nihil aliquid, est non est
2.4. Conoscenza della materia
2.5. Fasi nella conoscenza della materia
2.6. Le fonti della nozione agostiniana di materia
3. Nuove ricerche
3.1. Rapporto tra sostrato e forma nella creatura intellettuale e nei corpi
LE DIVERSE INTERPRETAZIONI DI CAELUM ET TERRAM
1. Storia degli studi
1.1. Jean Pépin (1953)
1.2. Aimé Solignac (1962)
1.3. Victor Goldschmidt (1964)
1.4. Paul Agaësse, Aimé Solignac (1972)
1.5. Jacobus Cornelis Maria Van Winden (1973)
1.6. Jean Pépin (1977)
1.7. Jean Pépin (1997)
1.8. Gerd Van Riel (2007)
1.9. Enrico Moro (2016)
2. Questioni
2.1. L’esegesi agostiniana
2.2. Agostino e gli altri esegeti
2.3. Gli elenchi delle diverse esegesi
2.4. La corrispondenza delle diverse esegesi
2.5. L’assenza dell’esegesi agostiniana nell’enumerazione di conf. 12, 20, 29, 98
2.6. Le diverse esegesi e i dieci assiomi
2.7. Esegesi reali o virtuali
3. Nuove ricerche
3.1. La parte centrale dello schema: le quattro esegesi
3.2. La parte superiore dello schema: l’esegesi agostiniana
ORIGENE E AGOSTINO
1. Storia degli studi
1.1. Berthold Altaner (1951)
1.2. Jean Pépin (1953)
1.3. Jean Pépin (1977)
1.4. Roland J. Teske (1992)
1.5. Marie-Anne Vannier (1995)
1.6. Jean Pépin (1997)
1.7. Gerd Van Riel (2007)
1.8. György Heidl (2009)
1.9. Christian Tornau (2010; 2014)
2. Questioni
2.1. Le corrispondenze tra Origene e Agostino
2.2. Le corrispondenze con i filosofi della tradizione platonica, con l’esegesi alessandrina
e con Origene
2.3. Dipendenza diretta o indiretta
3. Nuove ricerche
3.1. Le interpretazioni origeniane del cielo e della terra (Gn 1, 1)
3.1.1. Pierre Nautin (1973)
3.1.2. Charlotte Köckert (2009)
3.1.3. Una nuova sistemazione
3.2. Gli aspetti dottrinali connessi con l’interpretazione protologica del cielo e della terra di Gn 1, 1
3.2.1. La simmetria della natura visibile e della natura invisibile
3.2.2. La dottrina della declinatio e il lessico della caduta
3.2.3. La dottrina del raffreddamento della carità e l’origine dell’anima
IL LIBRO XII
L’ESORDIO
«MOLTO SI AFFANNA IL MIO CUORE, SIGNORE, IN QUESTA INDIGENZA
DELLA MIA VITA» (CONF. 12, 1, 1)
AGOSTINO A PROPOSITO DELLA CREAZIONE:
UN’INTERPRETAZIONE DELLE PAROLE «IL CIELO E LA TERRA» (GN 1, 1)
IL ‘CIELO DEL CIELO’ (PS 113, 16) E LA ‘MATERIA INFORME’
1. «In principio Dio fece il cielo e la terra; la terra era invisibile e informe e le tenebre erano sopra l’abisso» (Gn 1, 1-2)
1.1. «Il cielo del cielo [appartiene] al Signore; la terra invece hai dato ai figli degli uomini» (Ps 113, 16)
1.2. «La terra era invisibile e informe e le tenebre erano sopra l’abisso» (Gn 1, 2), 150
2. La materia informe
2.1. «Prima che tu formassi e distinguessi questa materia informe, non c’era qualcosa»
(conf. 12, 3, 3)
2.2. «Come potrebbe essere chiamata, con quale nozione potrebbe anche essere insinuata […] ?» (conf. 12, 4, 4)
2.3. Species e forma
2.4. «Non è una forma intelligibile […] né sensibile […]» (conf. 12, 5, 5)
2.5. «[…] pur volendo essere comprensione non è comprensione […]» (Plot., Enn. 2, 4, 10)
2.6. «Ciò che pensavo era informe non per privazione di ogni forma […]» (conf. 12, 6, 6)
2.6.1. «Chiamavo informe non ciò che era privo di forma […]» (conf. 12, 6, 6)
2.6.2. «Avrei sottratto del tutto qualsiasi residuo di ogni forma» (conf. 12, 6, 6)
2.6.3. «Supposi che lo stesso passaggio da forma a forma avvenisse per mezzo di qualcosa informe» (conf. 12, 6, 6)
2.6.4. «Ma desideravo conoscere, non supporre» (conf. 12, 6, 6)
«C’ERI TU E NULL’ALTRO, DA CUI FACESTI IL CIELO E LA TERRA, DUE COSE,
L’UNA PROSSIMA A TE, L’ALTRA PROSSIMA AL NULLA» (CONF. 12, 7, 7)
1. Dio, il cielo, la terra, il nulla
1.1. «E donde era in qualche modo, se non fosse stata da te […] ?» (conf. 12, 7, 7)
1.2. Dio, il Figlio, il cielo e la terra, il nulla
1.3. «C’eri tu e null’altro, da cui facesti il cielo e la terra» (conf. 12, 7, 7)
1.4. «Due cose, l’una prossima a te, l’altra prossima al nulla» (conf. 12, 7, 7)
1.5. «Un quasi nulla che facesti dal nulla e da cui avresti fatto le grandi cose che ammiriamo» (conf. 12, 8, 8)
1.6. Informità, mutabilità e tempo
1.7. Il ‘cielo del cielo’ e la ‘materia informe’
2. Il cielo e la terra senza tempo
2.1. «Non parla di tempi, non fa menzione di giorni» (conf. 12, 9, 9)
2.2. Il ‘cielo del cielo’: «una qualche creatura intellettuale» (conf. 12, 9, 9)
2.3. La ‘terra invisibile e informe’: l’informità della materia
2.4. «O verità, lume del mio cuore, non mi parlino le mie tenebre!» (conf. 12, 10, 10)
2.5. Dio: eterno
2.6. «Tutte le nature e le sostanze, che non sono ciò che sei tu e tuttavia sono» (conf. 12, 11, 11)
2.7. Il cielo del cielo: mutabile ma non mutato
2.8. «Onde comprenda l’anima la cui peregrinazione si è fatta lontana (cfr. Lc 15, 13)» (conf. 12, 11, 13)
2.9. «[…] se rimane la sola informità […] questa potrebbe avere le vicissitudini dei tempi?» (conf. 12, 11, 14)
2.10. «Due cose trovo che facesti prive di tempi» (conf. 12, 12, 15)
2.11. «[…] sono tali che in esse si compiono le vicissitudini dei tempi» (conf. 12, 12, 15)
2.12. «Non menziona in quale giorno Dio fece queste cose» (conf. 12, 13, 16)
2.13. La vera eternità del creatore
LE DIVERSE INTERPRETAZIONI DI CAELUM ET TERRAM (GN 1, 1)
L’ETERNITÀ DI DIO, LA CREATURA SUBLIME CHE È MUTABILE MA
NON MUTA, LA MATERIA INFORME CHE NON MUTA
1. «Non volle che fosse inteso questo che tu dici» (conf. 12, 14, 17)
2. La vera eternità del creatore
3. Il trascorrere del tempo tra futuro presente passato
4. Il sommo essere e gli altri esseri
5. La creatura sublime
5.1. La struttura di questa sezione del testo
5.2. «Questa è la dimora di Dio» (Gn 28, 17)
5.3. «Prima di tutte le cose fu creata la sapienza» (Sir 1, 4)
5.4. «La Sapienza che crea e questa che è stata creata» (conf. 12, 15, 20)
5.5. «Mente razionale e intellettuale […]» (conf. 12, 15, 20)
5.6. «[…] della tua casta città, madre nostra» (conf. 12, 15, 20)
5.7. «Non troviamo un tempo prima di quella» (conf. 12, 15, 20)
5.8. «Neppure in essa troviamo un tempo» (conf. 12, 15, 21)
5.9. «O dimora luminosa e splendida» (conf. 12, 15, 21)
5.10. «Che cosa mi dite voi, a cui parlavo come a contraddittori […] ?» (conf. 12, 15, 22)
5.11. «Forse non è questa la dimora di Dio […] ?» (conf. 12, 15, 22)
6. La materia informe
7. «Infatti voglio parlare dinanzi a te, Dio mio, con questi […]» (conf. 12, 16, 23)
ALTRE INTERPRETAZIONI DELLE PAROLE «IL CIELO E LA TERRA» (GN 1, 1)
1. «Con questi che non dicono che sono false tutte quelle cose che sono vere» (conf. 12, 16, 23)
2. «Il cielo e la terra» (Gn 1, 1): il mondo visibile
3. «Il cielo e la terra» (Gn 1, 1): altre interpretazioni
4. «Essendo possibile che in queste parole siano comprese diverse cose che tuttavia sono vere» (conf. 12, 18, 27)
5. «Vero è infatti […]. E vero è […]» (conf. 12, 19, 28)
6. «Di tutte queste cose vere […] ne prende una per sé […]» (conf. 12, 20, 29)
7. «Di tutte quelle cose vere ne prende una per sé […]» (conf. 12, 21, 30)
PRINCIPI DI UNA DOTTRINA DELL’ESEGESI SCRITTURISTICA
«LA TUA VERITÀ NÉ È MIA NÉ DI QUELLO O DI QUELLO MA DI TUTTI NOI»
(CONF. 12, 25, 34)
1. «Dunque udite ed esaminate queste cose […]» (conf. 12, 23, 32)
2. «Possono sorgere due generi di dissensi» (conf. 12, 23, 32)
3. «Infatti in un modo cerchiamo che cosa è vero […]» (conf. 12, 23, 32)
4. «Ma chi di noi ha trovato quella fra le molte cose vere […] ?» (conf. 12, 24, 33)
5. «Ti ho promesso in voto il sacrificio della confessione» (conf. 12, 24, 33)
6. «Con tanta fiducia dico che Mosè non pensava altro che questo» (conf. 12, 24, 33)
7. «Non, come vedo nella tua verità che questo è certo […]» (conf. 12, 24, 33)
8. «Mosè non intese ciò che dici tu, ma intese ciò che dico io» (conf. 12, 25, 34)
9. «La tua verità né è mia né di quello o di quello ma di tutti noi» (conf. 12, 25, 34)
10. «Se entrambi vediamo che è vero ciò che dici […]» (conf. 12, 25, 35)
11. «Non posso credere che a Mosè […] sia stato dato da te un dono inferiore […]» (conf. 12, 26, 36)
«ALTRI INVERO, PER I QUALI QUESTE PAROLE NON SONO PIÙ UN NIDO
MA OMBROSI FRUTTETI […]» (CONF. 12, 28, 38)
1. «Come infatti una fonte in un piccolo luogo è più copiosa […]» (conf. 12, 27, 37)
2. «Alcuni […] pensano Dio come […] una qualche potenza dotata di mole immensa» (conf. 12, 27, 37)
3. «La loro infermità è portata da questo umilissimo genere di parole come da un seno
materno» (conf. 12, 27, 37)
4. «Se qualcuno di loro […] si spingerà fuori dal nido dov’è nutrito […]» (conf. 12, 27, 37)
5. «Altri invero, per i quali queste parole non sono più un nido ma ombrosi frutteti […]» (conf. 12, 28, 38)
6. «Vedono […] che tutti i tempi passati e futuri sono superati dalla tua stabile permanenza» (conf. 12, 28, 38)
7. «E un altro di essi si volge a ciò che è detto: In principio Dio fece (Gn 1, 1)» (conf. 12, 28, 39)
8. «Che cosa precede per eternità, che cosa per tempo, che cosa per elezione, che cosa per origine» (conf. 12, 29, 40)
9. «La materia delle cose […] non è stata fatta dapprima nel tempo» (conf. 12, 29, 40)
10. «La stessa verità partorisca la concordia» (conf. 12, 30, 41)
11. «Perché non piuttosto entrambe le cose, se entrambe sono vere?» (conf. 12, 31, 42)
12. «Forse anche al tuo Spirito buono […] poté rimanere occulta qualunque cosa era in quelle parole […] ?» (conf. 12, 32, 43)
EPILOGO
«QUANTE COSE ABBIAMO SCRITTO DA POCHE PAROLE, QUANTE COSE»
(CONF. 12, 32, 43)
BIBLIOGRAFIA
FONTI ANTICHE