LA GROTTA DELLE VENERI
DI PARABITA (LECCE)
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ISBN: 978-88-7228-937-2
Collana: BIBLIOTHECA ARCHAEOLOGICA - 58
A cura di: Elettra Ingravallo, Renata Grifoni Cremonesi
Edizione: 2020
F.to: 21,00 × 30,00 cm.
Pagine: 204
Immagini b/n e colori
Descrizione
La Grotta delle Veneri divenne nota nella letteratura paletnologica in seguito al rinvenimento, al suo interno, di due statuine femminili dette Veneri: da qui il suo nome.Ma non solo: la sua importanza risiede anche nella frequentazione ininterrotta che la vide occupata dal Paleolitico medio fino all’età del Bronzo senza soluzione di continuità.Un periodo lunghissimo nel corso del quale si sono avvicendati tutti gli aspetti della preistoria meridionale, lasciando in essa tracce cospicue della loro presenza. All’inizio ci fu l’uomo di Neanderthal con la sua cultura, il Musteriano (80.000-35.000 anni fa), seguito da una fase di transizione detta Uluzziano che segna l’arrivo del Sapiens con le diverse fasi del Paleolitico superiore (35.000-10.000 anni fa): il Gravettiano, l’Epigravettiano antico e a foliati, l’Epigravettiano finale o Epiromanelliano. Durante il Gravettiano furono inumati insieme un uomo e una donna con uno scarno corredo costituito da un ciottolo e un raschiatoio tinti di ocra e un copricapo fatto con canini atrofici di cervo. Alla fine del Paleolitico superiore gli abitanti della grotta incisero una grande quantità di ossa e pietre, circa 500, con una sintassi geometrico-lineare allora in voga in Italia e in Europa. È una delle espressioni artistiche del Sapiens il cui significato è per noi incomprensibile, al pari della grande arte “naturalistica” che aveva dipinto sulle pareti di molte grotte animali quali bisonti, cavalli, cervi, leoni dall’indubbio contenuto simbolico. Con l’arrivo del Neolitico (VI-IV millennio a.C.) cambiò la vita dei cacciatori-raccoglitori: alla caccia si sostituì un’economia basata su agricoltura e allevamento, che richiese una nuova suppellettile come contenitori in ceramica, strumenti levigati e non solo scheggiati come asce e accette insieme a oggetti di carattere cultuale quali le pintadere, specie di timbri per tatuare o per imprimere marchi.Nacquero nuovi riti e credenze, si affermò una religiosità di tipo agrario con al centro il protagonismo della Terra da cui dipendono le sorti delle creature viventi.La grotta ha restituito tutti gli aspetti della ceramica neolitica dalla impressa agli stili dipinti fino alle fasi finali di Serra d’Alto e Diana. In essa si svolsero riti come lo scavo di buche, una delle quali intercettò la sepoltura paleolitica, offerte di oggetti pregiati e di vasi finemente decorati.Nel corso del Neolitico si sviluppò una rete di rapporti, grazie anche alla navigazione, che permise scambi e contatti con le regioni affacciate sul Mediterraneo, creando un mondo interconnesso che caratterizzerà anche i periodi successivi. Con l’Eneolitico (IV-III millennio a.C.) si diffusero nuove fogge e nuovi costumi funerari: molte grotte divennero sedi di sepolture collettive e una nuova tipologia vide la nascita di seppellimenti sotto tumulo dove, accanto all’inumazione, veniva praticata l’incinerazione.Le forme ceramiche sono ispirate agli aspetti classici di Gaudo e Laterza con interessanti rimandi alla cultura transadriatica di Cetina. Nel II millennio continua la frequentazione della grotta ma con un carattere più dimesso e una suppellettile di uso quotidiano come grandi contenitori e attrezzi per la lavorazione del latte quali i bollitoi. Si conclude così la vicenda millenaria di Grotta delle Veneri, punto di riferimento per le genti che di volta in volta popolarono il territorio, incubatrice di miti e credenze con cui nutrì la vita di intere generazioni dando loro un senso, una memoria da tramandare e una storia da raccontare.
INDICE
Introduzione
Elettra Ingravallo
Storia delle ricerche e degli scavi
Renata Grifoni Cremonesi
La Grotta delle Veneri: caratteristiche geologiche e geomorfologiche dell’area
Paolo Sansò, Andrea Vitale
PALEOLITICO
Il Paleolitico: i livelli del Musteriano, dell’Uluzziano, del Gravettiano e dell’Epigravettiano antico
Marco Serradimigni
Grotta delle Veneri di Parabita (LE). L’industria litica dell’Epigravettiano finale
Marzia Bonato
Composizione del bitume presente su una punta di selce proveniente dalla Grotta delle Veneri
AntonioPennetta, Daniela Fico, Giuseppe Egidio De Benedetto
Le due Veneri di Parabita
Paola Astuti, Renata Grifoni Cremonesi
Ricostruzione del gesto artistico preistorico attraverso un approccio integrato di archeologia sperimentale, analisi delle tracce tecnologiche e foto-modellazione 3D: il caso studio delle
Veneri di Parabita
Martina Basile, Cristina Lemorini, Leopoldo Repola, Daniela Zampetti
I reperti di arte mobiliare: le pietre e le ossa decorate con incisioni
Paola Astuti, Renata Grifoni Cremonesi, Lorenzo Possenti
La posizione degli inumati e la contemporaneità della deposizione nella sepoltura paleolitica
della Grotta delle Veneri (Parabita, LE)
Pier Francesco Fabbri, Giorgia Vincenti, Serena Viva
La parure in canini di cervo della Grotta delle Veneri di Parabita (LE): analisi morfometrica
e funzionale
Jacopo De Grossi Mazzorin
La duplice sepoltura gravettiana e il rituale funerario paleolitico
Renata Grifoni Cremonesi
Breve nota sulle faune del Paleolitico medio e superiore della Grotta delle Veneri di Parabita (LE)
Jacopo De Grossi Mazzorin
NEOLITICO
I materiali ceramici: vasi, fuseruole, oggetti cerimoniali
Giorgia Aprile, Ida Tiberi
La ceramica neolitica di Grotta delle Veneri
Ida Tiberi
Il Neolitico: l’industria litica scheggiata dei livelli olocenici
Marco Serradimigni
Le accette neolitiche in pietra verde
Marco Serradimigni, Marta Colombo
I rituali
Ida Tiberi
Datazioni al radiocarbonio e analisi di provenienza delle ossidiane
Lucio Calcagnile, Gianluca Quarta, Marisa D’Elia
ETÀ DEI METALLI
La ceramica dell’età dei Metalli
Giorgia Aprile
I reperti metallici dalla Grotta delle Veneri di Parabita e la prima metallurgia dell’Italia meridionale
Claudio Giardino
Analisi composizionale dei manufatti metallici dalla Grotta delle Veneri di Parabita
ClaudioGiardino, Giovanni Paternoster
Conclusioni
Elettra Ingravallo
Bibliografia
Tavole
Abstracts
Gli Autori
RECENSIONI
recensione_Veneri