Giulia Vettori
BONAE MATRONAE
e BONA MATRONARUM
Donne e capacità patrimoniale tra Repubblica e Principato

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 55,00

ISBN: 979-12-5995-016-1
Collana: PRAGMATEIAI - 34
Autori: Giulia Vettori
Edizione: 2022
F.to: 17 × 24 cm.
Pagine: 360
Rilegato

Descrizione

Come denota in modo macroscopico l’evidenza epigrafica, la ricchezza femminile rappresentava una componente di assoluto rilievo nella vita sociale ed economica delle città dell’Impero. Ma cosa accade se si volge lo sguardo alla dimensione ‘privata’ della gestione e della trasmissione del patrimonio? È possibile individuare – quantomeno nella prassi – una responsabilità nell’amministrazione dei beni familiari da parte delle donne? In quali termini queste ultime potevano concorrere alla prosperità finanziaria delle loro famiglie? Attraverso un riesame complessivo della documentazione giuridica, epigrafica e storiografico-letteraria, e una valorizzazione degli apporti forniti dalle scienze sociali e dalla demografia storica, il volume propone una prima messa a punto in tema di capacità patrimoniale delle donne dell’élite a Roma tra la tarda Repubblica e il Principato, nel tentativo di superare la visione stereotipata del rapporto tra donne e ricchezza proposta da una parte delle fonti, senza tradire al contempo le coordinate valoriali di riferimento proprie del mondo antico.

INDICE GENERALE

Prefazione

di Elvira Migliario         

Premessa

Introduzione

I. LA MATRONA E L’ECONOMIA DOMESTICA. OLTRE IL MODELLO

1. Le virtù domestiche della matrona. Evidenza epigrafica e rappresentazione letteraria

1.1. L’epigrafia sepolcrale femminile: caratteri e limiti di una categoria documentaria – 1.2. Domum servavit. Al di là dello stereotipo – 1.3. Il modello della matrona ideale tra parsimonia, laboriosità e affidabilità – 1.4. Il lanificium: solo un topos?

2. Custos domi. La riscoperta dello spazio domestico

2.1. Il contenuto della domus – 2.2. L’inventariazione delle risorse e il ruolo dei servi – 2.3. La custodia delle chiavi: testimonianze letterarie e archeologiche – 2.4. Quale domus? – 2.5. La materfamilias come domina: riflessioni lessicali e presupposti socio-giuridici

3. Dal modello alla realtà

II. LA DOTE

1. Considerazioni introduttive 101

1.1. Le fonti – 1.2. La composizione della dote. Non solo deliciae muliebres – 1.3. Il rapporto tra dote ed hereditas

2. Il contributo della dote alla gestione delle finanze familiari

2.1. Cacciatori di doti? Determinazione del reale contributo della dote a beneficio del marito – 2.2. La dote quale immissione di liquidità a beneficio del marito o del di lui paterfamilias – 2.3. Il mantenimento dei figli durante il matrimonio e dopo il divorzio – 2.4. Il destino della dote in caso di premorienza della madre – 2.5. La protezione dei figli di primo letto

3. Attestazioni di un protagonismo muliebre in materia dotale

3.1. L’actio rei uxoriae – 3.2. Le limitazioni alla gestione della dos da parte del marito

4. L’atteggiamento del potere pubblico nei confronti dei beni dotali

5. Res uxoria: osservazioni conclusive

III. LA SUCCESSIONE EREDITARIA

1. L’inclusione delle donne nel sistema ereditario romano

2. La capacità successoria femminile

3. I testamenti delle donne: requisiti giuridici e diffusione

4. I testamenti matronali tra discrezionalità e officium pietatis

5. La successione moglie-marito

6. La successione madre-figli

7. Beni muliebri, testamenti e autorità imperiale

8. I testamenti matronali tra memoria familiare ed evergetismo

9. Trasmettere valori, trasmettere valore

IV. I NEGOTIA

1. Gli investimenti delle matronae

2. La gestione della proprietà e degli affari

3. Prestiti e donazioni

4. La constitutio dotis: un officium non solo paterno

5. Madri ‘tutrici’? L’amministrazione dei beni dei figli alla morte del pater

6. Lo spazio delle «provvisorie detentrici del patrimonio familiare»

CONCLUSIONI

BIBLIOGRAFIA

INDICE DELLE FONTI