UNA VITA “MERAVIGLIOSA”
L’Orfeo augusteo tra Argonautiche e Dionisiache
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ISBN: 978-88-7228-645-6
Collana: SCRINIA - 28
Edizione: 2011
F.to: 14,00 × 21,00 cm.
Pagine: 192
Tomi: 1
Descrizione
Nelle Georgiche Virgilio narra di come Orfeo, sceso nel regno dei morti per farsi restituire Euridice, avesse fallito per un vizio di debolezza, che – ben sa il pubblico elegiaco – è costituzionale dell’amante, e di come si consumasse poi in un canto senza fine del proprio lutto e resistesse alle profferte delle menadi; ed ancora di come quelle, oltraggiate, gli si scatenassero contro con furia perversa, smembrandolo. Un eroe “romantico”, dunque, ma anche il fondatore di un genere poetico basato sul lamento; un eroe, il cui profilo s’impone da subito, al punto che Ovidio non saprà né vorrà (qual che ne sia l’intento nei confronti del predecessore) distogliersene nel ri-narrare la vicenda.
Al pari dell’altro, l’Orfeo delle Metamorfosi intona melodie sublimi, capaci di “movere” ogni creatura – cose e animali, uomini e Dèi –, cantore “affascinante”, la cui storia non sarebbe qual è senza la lira, dono di Apollo, e senza gli straordinari poteri sperimentati in un (non troppo lontano) passato avventuroso, che lo aveva condotto a vagare per il mondo, sfidando pericoli e mostri formidabili: un passato soprattutto argonautico, naturalmente, la cui “memoria”, ravvisabile nelle due fabulae augustee, segnala che non è lecito espungere la magia dai connotati del personaggio, innamorato fedele ed archegeta elegiaco, certo, ma anche iniziatore “preistorico” del lignaggio degli “sciamani greci”.
Debole sotto il giogo di Amore, Orfeo è, secondo Ovidio, forte della forza ispiratagli dal “sommo demone”, che gli avrebbe dettato una categorica richiesta agli Dèi d’Oltretomba: se non avesse potuto riavere la donna, allora, potesse egli stesso morire; ed, in effetti, la ripresa del rifiuto sessuale quale motivo scatenante del parossismo delle menadi, nel passo delle Metamorfosi, finisce per mostrare nell’exitus Orphei appunto l’avverarsi di tale desiderio. Ma Ovidio chiarisce pure che, se l’amante ritrova infine l’amata agli Elisi, ricongiungendosi a lei, è perché ricorda il cammino percorso quand’era venuto a cercarla: anzi che inutile, quel primo viaggio si rivela quindi molto fruttuoso, e invita a tener presente che i “discorsi sacri” orfici sono autentiche istruzioni per la salvezza dell’anima, e che la teoria dell’Aldilà a nulla vale, per gli iniziati ai misteri, senza una condotta “pura”.
INDICE
Parte prima
IL COMPAGNO “AFFASCINANTE”
Una introduzione
1. Tempi e luoghi
2. Un interludio: il sonno
3. Orphea voce vocati
Parte seconda
UN DELITTO SACRILEGO
1. I carmina “leviore lyra” : analogie
2. “Sacrilegae perimunt” : menadi sgradite a Bacco
3. Anabasi
Riflessioni finali
Bibliografia
Indice degli autori antichi e moderni
Indice dei passi discussi